L’ORA DI TEATRO PER COMBATTERE L’ANALFABETISMO EMOTIVO

L’ISC “Cestoni” di Montegiorgio (FM) ha adottato  quest’anno un percorso di didattica teatrale per tutte le classi e plessi della scuola secondaria di I grado per far “riscoprire” ai ragazzi e alle ragazze le proprie emozioni.

La premessa risiede nella convinzione che l’”ora di teatro” teatrale possa scardinare l’analfabetismo emozionale degli alunni adolescenti che, bombardati precocemente dalla realtà virtuale dei social, hanno perso di vista il proprio “sentire” reale.

L’ora di teatro è una fucina di idee; ogni docente può avvalersi dello “strumento teatrale” secondo il proprio stile e in base alle proprie competenze, gestendo l’ora di teatro attraverso un’attività di laboratorio “attivo” (esercizi di scrittura creativa di un copione teatrale, esperienze di improvvisazione, messa in scena di un copione), “di fruizione” (lezione su cenni di storia del teatro, lezione di letteratura a partire dalla lettura di stralci di copioni teatrali, fruizione di spettacoli registrati o parte di essi, visione di film tratti da opere teatrali) o “misto”, mixando le precedenti opzioni.

I docenti partecipano ad un percorso formativo.  Alessandro Stellacci e Francesca Magistroni di “Arte Connessa” vengono ingaggiati per realizzare due giornate di laboratorio intensivo durante le quali i professori apprenderanno in maniera pratica come trasformare l’ora di teatro in un’occasione pedagogica a trecentosessanta gradi, oltre a sperimentare metodologie e strategie di conduzione di un laboratorio teatrale per ragazzi.

Gli esperti formatori lavorano nella palestra della scuola. Venti docenti, in tuta, si mettono in gioco. Si realizza qualcosa di “magico”. Il laboratorio prende vita e, con esso, i docenti. Non si tratta di imparare tecniche attoriali, né di mostrare talenti nascosti, si tratta di imparare a muoversi nello spazio, prendere coscienza del proprio corpo, entrare in contatto con l’altro, sviluppare empatia, controllare emozioni, gestire espressioni, cercare lo sguardo.

Si tratta di constatare come il gruppo si trasformi da una serie di individui in un insieme di persone. Non esiste chi sa fare e chi non sa fare. Esiste solo la curiosità di mettersi alla prova. Nel gruppo non c’è giudizio perché ci si mette a nudo per ciò che si è. Nel gruppo si impara gli uni dagli altri perché il teatro è conoscenza di sé e dell’altro, interpretazione di emozioni reali, immedesimazione. Nei docenti si fa largo il pensiero che tutto questo funzioni perché ne sperimentano gli effetti su sé stessi.

Tutti gli studenti, nell’arco dell’anno scolastico, saranno fruitori di spettacoli teatrali dal vivo. Le classi prime, inoltre, saranno coinvolte in un progetto, sostenuto da M&G Scuola Pallavolo e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, che consisterà in un laboratorio intensivo di sei ore per classe, tenuto da esperti dell’Associazione “Proscenio Teatro”, e che offrirà ai giovani alunni la possibilità di “allenarsi”, attraverso la didattica teatrale, per sviluppare la coscienza di sé, per facilitare la scoperta delle proprie peculiarità e potenzialità, lo sviluppo armonico del rapporto mente-corpo, l’incontro con gli altri, il lavoro di squadra, per comprendere il concetto di fiducia e di “scarto” come deviazione, opportunità, occasione.